8 MARZO - Donne, imprese e disparità di genere in Lombardia
l mondo dell’imprenditoria femminile oggi è connotato da due aspetti solo in apparenza in contraddizione: la fatica a superare la crisi innescata dalla pandemia e, contestualmente, la strenua volontà di investire – spiega Eugenio Massetti, Presidente di Confartigianato Lombardia – Molte imprese condotte da donne appartengono a quei settori che sono stati messi a dura prova dalla pandemia da Covid-19 (moda, benessere, servizi alla persona) e i fatturati stentano ancora a riprendersi, eppure dalla nostra survey emerge il carattere delle imprenditrici che, per oltre il 61% dei casi, non ha paura di impegnare tempo e denaro per mettere in campo azioni di sviluppo e garantire futuro alla propria azienda.
Le imprenditrici della piccola impresa lombarda si dimostrano tenaci, determinate, combattive e fanno del capitale umano l’autentica ricchezza della propria azienda, tanto che investono primariamente in formazione per il personale e in nuovi modelli di sviluppo che permettano migliori equilibri – dichiara la Vice Presidente Vicaria Donne Impresa Confartigianato Lombardia, Giovanna Mazzoni – È nodale che il valore delle donne nel mondo del lavoro (siano esse a guida di un’azienda, dipendenti, libere professioniste o quant’altro) venga riconosciuto e sostenuto con politiche adeguate, a misura di PMI, e una cultura di cooperazione e collaborazione che perfezioni i meri meccanismi conciliativi.
È dedicata alla Giornata internazionale della Donna la puntata dell’8 marzo di TgEconomy, lo speciale di Confartigianato Lombardia in onda alle 19.25 su Telelombardia (canale 10, in chiaro NB risintonizza la tua tv se non vedi il programma, è sulle nuove frequenze digitali). Ospiti l’assessore di Regione Lombardia alle Pari Opportunità, Alessandra Locatelli, la Presidente di Confartigianato Lodi, Sabrina Baronio e la Vice Presidente vicaria di Donne impresa per Confartigianato Lombardia, Giovanna Mazzoni.
Guarda la puntata www.youtube.com
COME HANNO INIZIATO QUESTO 2022
LE IMPRENDITRICI ARTIGIANE LOMBARDE?
Due parole riassumono in modo efficiente quanto si coglie esaminando le quasi 400 risposte dalle imprenditrici artigiane lombarde alla survey di inizio: fatica e resilienza.
Fatica, perché nonostante il 2021 è stato l’anno della ripartenza le MPI e imprese artigiane femminili hanno registrato una variazione media dei ricavi, nel 2021 rispetto al 2019, negativa del -9,7%, più pesante rispetto al -8,8% totale. Dinamica determinata anche dalla più elevata presenza di donne in settori più colpiti dalla crisi Covid-19: moda e benessere.
Resilienza, perché anche se più colpite dalle conseguenze della pandemia le imprenditrici artigiane lombarde si dimostrano più combattive e pronte a reagire adottando una o più azioni di sviluppo, come dichiarato dal 61,2% di loro, quota superiore al 55% totale. Le azioni per ripartire maggiormente intraprese dalle donne sono: il miglioramento della qualità del personale attraverso la formazione o nuove assunzioni e il cambiamento dell’organizzazione interna all’impresa. La scelta ad indirizzarsi principalmente verso questi due ambiti di sviluppo da evidenza di come le donne, più degli uomini, intendono recuperare il terreno perso partendo dalle persone.
LE IMPRESE FEMMINILI ARTIGIANE IN LOMBARDIA – I NUMERI
Nel 2021 in Lombardia sono 38 mila le imprese registrate artigiane guidate da donne che operano per lo più nei settori dei servizi alla persona, dei servizi di pulizia, della moda e delle attività di ristorazione. Una su cinque delle imprese femminili che popolano la nostra regione operano nel comparto artigiano.
UOMINI E DONNE A CONFRONTO
Persistono le disparità tra uomo e donna. Le donne seppur fanno meglio degli uomini sul fronte istruzione e formazione scontano gap rilevanti a loro sfavore sul fronte lavoro, conciliazione e benessere soggettivo. La quota di donne lombarde con almeno un diploma supera di 6,8 punti quella rilevata per gli uomini, quella di donne laureate supera di 10,8 punti quella rilevata per gli uomini, quella di donne che hanno effettuato il passaggio all’università supera di 11,2 punti quella rilevata per gli uomini. C’è però un ambito dell’istruzione in cui le donne scontano un gap a loro sfavore rispetto agli uomini, quello del digitale: per quota di donne con competenze digitali elevate (per le donne si registra una quota inferiore di 6,3 punti a quella degli uomini) e per quota di laureate in discipline STEM (per le donne si rileva una quota inferiore di 7,5 punti a quella degli uomini). La platea femminile lombarda inoltre sconta condizioni peggiori degli uomini in tutti gli ambiti del lavoro e della conciliazione con quote superiori a quelle dei colleghi maschi di 4,4 punti per il tasso di mancata partecipazione al lavoro, di 3,8 punti per dipendenti con bassa paga, di 1,4 punti per occupati sovra istruiti e di 12,2 punti per part time involontario. Tutto ciò comporta una disparità uomo donna anche sul fronte della soddisfazione per il proprio tempo libero: le donne che esprimono livelli elevati di soddisfazione sono il 69,8% quota inferiore di 3,3 punti rispetto a quella rilevata per gli uomini (73,1%). Persiste inoltre una disparità del 31,1% tra la retribuzione media percepita dalle dipendenti donne rispetto a quella percepita dagli uomini.
ALCUNE LEVE CHE FAVORISCONO CONTESTI A ‘MISURA DI DONNA’:
ISTRUZIONE E SERVIZI.
I dati ci permettono di illustrare l’importanza e la centralità di alcune leve fondamentali per un contesto a ‘favore di donna’ come l’istruzione e la diffusione capillare sui territori di servizi di assistenza negli ambiti della conciliazione (come i servizi per l’infanzia, asili nido), leve su cui poter e dover fare forza per incentivare una maggiore partecipazione delle donne al mercato del lavoro. Difatti, si osservano tassi di occupazione femminili più elevati proprio nelle realtà in cui c’è una maggiore diffusione di bambini che frequentano gli asili nido e di donne che hanno titoli di studio elevati (laurea e post-laurea).
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